Industriali veneti attaccano Di Maio sul decreto dignità. Anche la Lega nella bufera: tacito accordo sul provvedimento per avere maggiori libertà per quanto riguarda la politica sui migranti.
Chi lo avrebbe mai detto che Salvini avrebbe conquistato l’Italia e rischiato di perdere la sua storica roccaforte, il Nord. Tra i critici del vicepremier ci sarebbero infatti gli industriali del Veneto. O meglio, per l’esattezza non sono contro Salvini ma sono contro il decreto Dignità avallato dalla Lega. Fine stratega, il leader del Carroccio non si è mai esposto a riguardo, preferendo dare un colpo al cerchio e uno alla botte difendendo la proposta del collega Di Maio e auspicando in qualche miglioria strutturale in sede di discussione in Parlamento. Una strategia che riflette la tacita campagna elettorale che, come molti sostengono, non si sarebbe mai fermata.
Industriali veneti dichiarano guerra al decreto dignità. Accuse anche alla Lega di Matteo Salvini
Le accuse degli imprenditori veneti sono rivolte innanzitutto a Luigi Di Maio, accusato “di non aver mai lavorato” e quindi di non essere proprio pratico delle dinamiche del mondo del lavoro. Le accuse riguardano però anche la Lega, colpevole di aver accettato più di un compromesso per quanto riguarda il decreto dignità per avere maggiore libertà nella politica legata agli sbarchi dei migranti. In realtà anche nelle settimane precedenti è emerso che Matteo Salvini è chiamato a fare i conti non solo con l’Unione europea ma anche con Mattarella, che in diverse occasioni a fatto pressioni sul premier Conte affinché aggirasse la barricata ideologica eretta dal ministro dell’Interno davanti ai porti italiani.
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